I software decompressivi!

Gherardo Biolla
4 min readMar 10, 2018

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La pianificazione dell’immersione è una fase essenziale che come ogni sub coscienzioso sa va eseguita meticolosamente e che, più dettagliatamente viene eseguita, più rende sicura l’immersione stessa.

La realtà odierna mette a disposizione dei subacquei moltisisme innovazioni tecnologiche fra cui softwares in grado di pianificare dettagliatamente il profilo di un’immerisone; per fare questo è sufficiente installarli sul proprio computer e lanciarne l’esecuzione, inserire i parametri richiesti come profondità massima prevista, tempi di fondo, gas a disposizione, e il programma sarà in grado di fornire i dati relativi alla risalita da effettuare, eventuali tappe di decompressione e consumo di gas. Questi strumenti sono sempre più disponibili sulla rete web da cui è possibile acquistarne la licenza ed eseguirne il download, addirittura ne esistono di eseguibili direttamente dal proprio internet-browser, caricati su un sito sotto forma di applicazione java.
Ma cosa fa esattamente un software decompressivo? Come funziona? Quanto è affidabile? E soprattutto come e perché utilizzarlo?

Un software decompressivo altro non fa che tener conto di un algoritmo che viene inserito come funzione in fase di scrittura del programma, a questa funzione vengono abbinate delle variabili i cui valori vengono inseriti, di volta in volta, dall’utente al quale l’interfaccia grafica (ovvero quello che dall’utilizzatore viene visto sul monitor sotto forma di finestra) richiede i valori. I primi softwares decompressivi, comprese le prime versioni di quelli che attualmente si sono evoluti fino a diventare i più quotati sul mercato, si limitavano a richiedere parametri tipo profondità, tempo di fondo, consumo individuale di gas e tipi di miscela, sulla base di questi dati inseriti il programma elaborava un output sotto forma di grafico e/o di tabella che indicava il profilo da seguire dall’inizio dell’immersione fino alla fine della stessa soprattutto durante immersioni tecniche.
In poco tempo però, quello che era possibile ottenere anche creando con un po’ di ingegno e di conoscenze un semplice foglio di excel (con la differenza che sarebbe stato molto meno ordinato e chiaro, nonché molto meno protetto da modifiche “involontarie”) è stato migliorato fino a diventare un programma in grado di tener conto di molti altri dati tipo: massima pO2 voluta, END desiderata, vari livelli di conservatismo, e molto altro ancora fra cui poter scegliere quale modello decompressivo utilizzare .
Non solo, la diffusione dei sistemi a circuito chiuso ha comportato un’ulteriore evoluzione di molti di questi software, resi quindi in grado di tener conto dei vantaggi decompressivi dovuti all’uso di un rebreather, ed ottimizzare quindi la pianificazione con un margine di attendibilità elevatissimo.

Ma qual è appunto l’affidabilità di un software di questo genere?
Beh, se parliamo dei software ufficialmente distribuiti su grande scala senza dubbio molto apprezzabile, l’eventualità che l’output dia un errore può essere causata solo da un input errato inserito dall’utente. Sono infatti testati molto meticolosamente e praticamente esenti da bug in fase di calcolo.

Ecco riportate di seguito alcune schermate di uno dei più famosi softwares di pianificazione in commercio:

Questa interfaccia è molto intuitiva e semplice da interpretare, grande pregio per uno strumento che non deve dare spazio ad errori.
Una volta impostati i parametri e chiesto di calcolare l’output, il programma restituisce un grafico che evidenzia le varie tappe decompressive e i gas-switch.
Oltre al grafico vi è una funzione in grado di esportare una tabella con i punti salienti dell’immersione ed eventuali profili di bail-out in caso di perdita di uno dei gas.

In fase di inserimento dei vari punti del profilo che vogliamo eseguire (waypoints) ci appare una finestra di dialogo che ci permette di impostare esattamente: profondità, tempo e miscela respirata; sulla base di questo un icona sulla destra della stessa maschera ci fornirà anticipatamente i valori dell’End e la pressione parziale di ossigeno e azoto.

Riguardo alla miscela infine, quasi tutti i softwares dispongono di una funzione che non solo è in grado, inserendo i valori della miscela voluta, di dirci la quantità di ogni singolo gas da immettere, ma è possibile impostare anche la quantità e il valore della miscela residua contenuta nelle bombole da rabboccare, il programma provvederà a fornirci i dati necessari per comporre una miscela precisa.

A questo punto qualcuno, ne sono sicuro, starà già pensando che sarebbe scomodo dover caricare in macchina, oltre all’attrezzatura, anche un computer portatile… ebbene alcuni softwares sono stati sviluppati anche per essere installati su computer palmari oppure ormai comunissimi smart phones.

Insomma l’utilità di questi softwares è molto più elevata di quanto si tenda a pensare quando si guarda la propria attrezzatura e si ammira il divecomputer multimiscela che si tiene al polso.
Le immersioni si possono pianificare anche con carta e penna a tavolino, e vero… ma i tempi cambiano e la tecnologia aumenta non solo il nostro benessere, ma soprattutto la nostra efficienza.

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